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Spettacolo

12/08/2022

Da Monteleone di Puglia
Eugenio Bennato apre l'Estate

di Umberto Mastromartino

Monteleone di Puglia, Eugenio Bennato segna l’estate della ripartenza

 

Il coofondatoredella Nuova Compagnia di Canto Popolare e dei Musicanovastasera (ore 21.30) fa tappa nel paese più alto della Regione Puglia con il suo “W chi non conta niente” tour: una cavalcata attraverso 40 anni di canzoni assieme a nuovi brani ispirati alle tematiche dell’integrazione e della valorizzazione delle identità mediterranee e dei paesi del sud del mondo.Con Eugenio Bennatosaliranno sul palco di Piazza Municipio i musicisti che l’accompagnano da oltre un decennio nel progetto TarantaPower, il movimento fondato dal cantautore partenopeo negli anni Novanta per far conoscere al mondo la musica etnica italiana.Eugenio Bennato porta in scena i classici che hanno segnato la sua quarantennale carriera, e i nuovi lavori ispirati alle tematiche attualissime dell’integrazione e della valorizzazione delle identità mediterranee e dei sud del mondo. Da sempre la voce di Eugenio è sinonimo di pace, condivisione di culture, rispetto delle diversità, fratellanza tra popoli. Ospitare questo concerto è per Monteleone di Puglia motivo di stimolo alla riflessione, per il richiamo costante nelle corali alla guerra. Per cui la musica diventa un messaggio contro la drammatica attualità del conflitto in corso in Ucraina.Tra i suoi album vanno citati: Taranta power, dedicato come lo spettacolo omonimo alla tradizionale danza terapeutica dell’Italia Meridionale,Che il Mediterraneo sia, Sponda Sud, Questione Meridionale, l’antologia Canzoni di contrabbando, Da che sud e sud.In merito a Sponda sud Bennato ha dichiarato:«Questo nuovo lavoro è un prosieguo del percorso precedente, è un allargamento dell'orizzonte mediterraneo a più lontane latitudini, e in particolare alla intensa e misteriosa Africa, dove colloco una mitica sponda che custodisce la fonte di tutte le leggende, e il segreto di un suono battente primitivo che attraverso deserti e mari viaggia e si diffonde e arriva fino a noi, fino alle nostre sponde, che risuonano così di antiche tammorre e chitarre, nelle campagne ricche di arte e di cultura. Ogni tappa è una scoperta e un riconoscimento, lungo il filo di un'emozione e di un'idea, in un percorso alternativo rispetto alla devastante logica del business e dell'appiattimento globalizzante, contro la quale silenziosamente combattono i tamburi di ogni villaggio».

 

 


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