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Spettacolo

19/04/2024

Dal Comune di San Severo
Si conclude la Stagione Tatrale

di Umberto Mastromartino

SI CONCLUDE LA STAGIONE TEATRALE. MARTEDI 23 AL TEATRO VERDI DI SAN SEVERO “IL CASO JEKYLL” CON SERGIO RUBINI.

 

 

Ultimo spettacolo con la stagione teatrale organizzata dal Comune di San Severo – Assessorato alla Cultura, la cui delega è seguita dall’Assessore Celeste Iacovino, in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese.

Martedì 23 aprile 2024 al Teatro Comunale Giuseppe Verdi (porta ore 20,30, sipario ore 21,00) Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Marche Teatro, Teatro Stabile di Bolzano: Sergio Rubini, Daniele Russo IL CASO JEKYLL tratto da Robert Louis Stevenson, adattamento Carla Cavalluzzi e Sergio Rubini e con Geno Diana, Roberto Salemi, Angelo Zampieri, Alessia Santalucia, scene Gregorio Botta, scenografia Lucia Imperato, costumi Chiara Aversano, disegno luci Salvatore Palladino, progetto sonoro Alessio Foglia, foto di scena Flavia Tartaglia, regia SERGIO RUBINI.

 

IL CASO JEKYLL

Partendo dalla considerazione che il celebre romanzo di Stevenson “Lo strano caso del Dr. Jekyll e di Mr. Hyde” sia un’apologia sulla condizione umana avendo come tema centrale il doppio, che poi è il doppio che alberga in ognuno di noi, abbiamo sviluppato una drammaturgia che avesse una chiave più chiaramente psicanalitica, più vicina a quelle teorie che si svilupparono quasi mezzo secolo dopo la pubblicazione del racconto stevensoniano, e che ebbero il massimo dell’espressione negli approdi scientifici prima di Freud, poi di Jung. Il nostro testo, infatti, spogliato da qualsiasi soluzione allegorica usata da Stevenson e che dà il carattere fantastico a tutta la storia, in testa a tutti la metamorfosi di Jekyll in Hyde attraverso un esperimento chimico, la cosiddetta “pozione”, è piuttosto un viaggio nell’inconscio, nella fattispecie di un famoso luminare della medicina, Henry Jekyll, che ambendo all’individuazione di quelle che sono le cause della malattia mentale, si fa cavia e diventa poi vittima delle sue stesse teorie, tirando fuori dalla caverna del conscio ciò che è a lui stesso nascosto, la sua ombra, il suo Hyde. Da ciò si evince chiaramente come il racconto da cui siamo partiti, sia in effetti solo d’ispirazione a una storia più vicina ai temi della nostra contemporaneità che offra allo spettatore la possibilità non solo di rispecchiarsi in quelli che sono i pericoli ma anche i piaceri che scaturiscono dalla propria ombra, ma anche di essere uno spunto di riflessione sulla necessità di dialogare col proprio inconscio, portarlo fuori e condividerlo con la collettività nonostante la tendenza della società di reprimere tutto ciò che esca dal canone e che spesso coincide invece con l’autentico, per evitare che la nostra ombra scavi in solitudine un tunnel nel nostro io di sofferenze e violenza. Sergio Rubini

San Severo, 19 aprile 2024

 

Il Responsabile dell’Ufficio Stampa

dott. Michele Princigallo

 


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