Cultura
21/03/2019
di Umberto Mastromartino
Chi e perché ha ucciso Aldo Moro: la vicenda del Presidente DC rapito ed ucciso dalle Brigate Rosse
“Moro: martire laico” è il tema di un progetto che il Consiglio Regionale della Puglia sta portando in giro per tutta la Regione grazie a Gero Grassi, già parlamentare e Presidente della Commissione d’inchiesta sul rapimento di Aldo Moro e sull’eccidio della sua scorta. Rapimento culminatoconla drammaticauccisionedel leader della DC il 9 maggio 1978 e di cui tutti abbiamo impressa la memoria. L’iniziativa triennale è rivolta a Comuni, Biblioteche ed associazioni culturali al fine di mantenere viva la memoria e diffondere il pensiero dello statista pugliese, membro dal 1946 al 1948 dell’assemblea Costituente, deputato dal 1948 al 1978, Ministro della Giustizia, della Pubblica Istruzione, degli Esterie5 volte Presidente del Consiglio dei Ministri. Accanto a “Moro: martire laico”, il Consiglio regionale ha curato anche i progetti “Moro vive”, “Moro: educatore” e “Moro: professore” rivolti specificatamente alle scuole.Aderendo a tale iniziativa, l’Amministrazione Comunale di Monteleone di Puglia haorganizzato per sabato23marzo alle ore 18.00 presso la sala consiliare un incontro per riflettere e discutere su quanto accadde 41 anni fa per le strade di Roma e sulle conseguenze dell’attentato terroristico nel nostro Paese.Mattatore indiscusso dopo del convegno sarà l’onorevole Gero Grassi, autore di oltre cinquecentoincontri organizzati in tutta Italia e non ancora terminati. “Il rapimento – ha più sottolineato Grassi nei suoi incontri e nelle sue interviste – dimostra quanto Moro non fosse un uomo da abbattere, ma da distruggere”. Il certosino lavoro della Commissione d’inchiesta restituiscono ad Aldo Moro “un grande spessore politico e intellettuale, facendo emergere il suo martirio laico, nel quale si evidenziarono le sue qualità di statista e cristiano”.Nel corso della tavola rotonda verrà illustrato ai convenuti il pensiero ed il ruolo di Aldo Moro nella Costituente degli anni 1946-1948, dove Moro si confronta con Giuseppe Di Vittorio (PCI), il sindacalista della CGILdi Cerignola, con il senatorefoggiano Ruggero Grieco (PCI), con Giuseppe Grassi (PLI), professore universitario di Martano (Lecce) e con Giuseppe Codacci Pisanelli (DC), Rettore dell’Università di Lecce sui grandi temi che diventano la base della Costituzione repubblicana, approvata il 22 dicembre 1947 ed entrata in vigore il 1° gennaio 1948.
Il fautore del compromesso storicoera un laico appartenente all’Ordine dei frati predicatori (domenicani). Potrebbe essere «il santo della politica che ancora manca alla Chiesa». A confermare un fatto privato poco noto, riguardante l’ex presidente della DC, è padre Gianni Festa, postulatore generale dei domenicani, cui recentemente è stata affidata la causa di beatificazione di Aldo Moro.