Sindacale
08/08/2019
di Umberto Mastromartino
’ stato un piacere ospitare presso la UIL Foggia la troupe della TV di stato tedesca “ARS SWR”, equivalente della nostra RAI, per un’intervista su caporalato e lavoro nero legati alla raccolta del pomodoro.
Siamo stati di nuovo sotto i riflettori, come un anno fa, quando perirono sulle strade di Capitanata 16 braccianti agricoli, quando per l’occasione abbiamo avuto in città la visita del Premier Conte e del Ministro Salvini e successivamente del Ministro Di Maio.
E durante l’intervista il pensiero tornava indietro di un anno, quando furgoni tenuti insieme con il fil di ferro, con all’interno panche di legno instabili, furono coinvoltiin incidenti stradali dovuti alla stanchezza al termine di una pesante giornata lavorativa sotto il sole cocente.
16 giovani lavoratori perirono in quei tragici incidenti, sedici vite furono spezzate per il lavoro.
Mentre la giovane giornalista tedesca procedeva con l’intervista per portare a compimento il suo servizio televisivo, nascevano spontanee tante domande: “Cosa è cambiato nell’ultimo anno? 16 persone sono morte invano? Cosa è stato realizzato per contrastare il fenomeno del caporalato nella nostra terra? Si può sopportare ancora che pochi imprenditori agricoli infingardi, che magari pagano un paio di euro l’ora i lavoratori e li fanno alloggiare in container senza finestre e servizi, che rasentano vere e proprie forme di moderna schiavitù, possano trattare in questo modo i braccianti, possano infangare l’attività di tanti produttori agricoli onesti e laboriosi, possano macchiare la qualità dei nostri prodotti di eccellenza, possano distorcere l’immagine di un popolo ospitale e generoso come il nostro?”
Poco, è stato fatto poco.
L’azione repressiva messa in atto dalle forze dell’ordine e dalla magistratura, sicuramente da elogiare anche per le difficoltà investigative del caso, da sola non basta.
I moduli abitativi messi a disposizione dalla Regione Puglia, pur rappresentando una lodevole iniziativa, non riescono a garantire le migliaia di migranti che si riversano nel nostro territorio nel periodo della raccolta del pomodoro.
Sul versante dei trasporti si sono realizzate sterili iniziative utili solo per selfie e spot sui social e sulle testate giornalistiche; nulla che concretamente si avvicini a quello che amiamo definire il “caporalato bianco”; un sistema legale, rapido, efficiente, affidabile, mutuato da quello utilizzato dagli stessi caporali.
Per l’intermediazione di manodopera da registrare favorevolmente, come un raggio di sole in una giornata uggiosa, la premialità erogata dalla più grande azienda di trasformazione del pomodoro del territorio ai produttori che, insieme ad altri requisiti, garantiscano l’iscrizione alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità. Una lodevole iniziativa privata, mentre lo Stato si ostina a non istituire forme di convenienza per l’iscrizione alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità e a non agevolare le aziende agricole virtuose.
Nel frattempo l’intervista è terminata e sono state spente le luci, esattamente come un anno fa quando, dopo il clamore dei tragici incidenti di agosto, si sono spenti i riflettori e si sono lasciati gli attori dell’agroalimentare a ricercare le migliori soluzioni per contrastare la piaga del caporalato.
Per noi le luci sono sempre state accese e sempre lo saranno; abbiamo rappresentato le nostre proposte in tutte le sedi istituzionali coinvolgendo anche il Premier Conte. Continueremo nella nostra azione di denuncia, di stimolo e di proposta alle istituzioni affinchè si tenga sempre viva l’attenzione per contrastare il fenomeno del caporalato e del lavoro nero.
La troupe tedesca è andata via; a noi e agli attori dell’agroalimentare resta il dovere di continuare a tenere alta l’attenzione affinchè l’azione di contrasto al caporalato non conosca soste.
E’ un dovere che abbiamo tutti, quello di non dimenticare …
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